La storia ci insegna che tutte le novità scientifiche debbano sconfiggere anche i muri dello scetticismo, ostacoli morali e soprattutto economici. Una malattia diventa un business e chi ne scopre la causa è costretto a battersi contro tutte queste difficoltà, possedendo come armi la propria forza d’animo e prove scientifiche inconfutabili, teorie che divengano leggi inattaccabili per coloro i quali cerchino di metterle in dubbio.

Obiettivi

Le finalità della ASSOCIAZIONE EMMANUELE sono filantropiche, educative, letterarie e di ricerca scientifica. L' Associazione Emmanuele ha le seguenti missioni: sostenere la ricerca scientifica, vagliare e raccogliere dati informativi utili per migliorare e mirare le cure e attuare sforzi per capire e diffondere l’opera del ricercatore indipendente Signor GIOVANNI PUCCIO



AVVISO AI LETTORI


Questo blog è realizzato con l'unico e nobile scopo di diffondere i principi e la pratica di Giovanni Puccio, studioso e consulente scientifico eziopatologico. Presidente dell' Associazione per la libera Ricerca Scientifica "Emmanuele".

L'Associazione invia GRATUITAMENTE tutte le informazioni e il protocollo personalizzato per la cura.

Scrivi a: emmanuele.ars@hotmail.it


COS'È LA NAGALASE?

La nagalase è un enzima prodotto dal NOSTRO organismo, implicato nel catabolismo del glicano (i glicani sono polisaccaridi ovvero carboidrati complessi che, insieme alle proteine o ai lipidi presenti nelle membrane cellulari, costituiscono glicoproteine e i glicolipidi di membrana).
Studi recenti hanno confermato il ruolo svolto dai glicani nella conformazione fisica e biologica delle glicoproteine come pure sulla relazione fra deformazione strutturale dei glicani della superficie cellulare e la conversione maligna delle cellule tumorali. La nagalase può quindi trasformare il GcMAF in una forma inattiva che non può essere più utilizzata dal sistema immunitario come sostanza di segnalazione.

Cancro in Europa




Europa 2012: previsti 1,3 milioni di morti. Ma i tassi stanno scendendo.

Le uniche patologie oncologiche che fanno eccezione al trend sono il tumore al polmone nelle donne e il carcinoma al pancreas. Ma per il resto, i tassi di mortalità per cancro stanno scendendo nel continente, grazie a terapie migliori e diagnosi più tempestive. E anche perché mangiamo meglio.

 01 MAR - Nel 2012 il numero di morti per tumore nell’Unione Europea sfiorerà 1,3 milioni di persone. Tra questi, 717 mila saranno uomini, 566 mila donne. In proporzione all’invecchiamento della popolazione, ci saranno però meno decessi per quasi tutti i tipi di cancro, tranne per quello al polmone nelle donne e per quello al pancreas, ancora ‘poco compreso’ dagli oncologi. Queste le previsioni per l’anno in corso, pubblicate da scienziati italiani e svizzeri sulla rivista Annals of Oncology. Tra i centri di ricerca che hanno partecipato allo studio figurano il Mario Negri e l’Università di Milano.


Il tasso globale di mortalità per tumore nell’anno in corso sarà di 139 decessi per 100.000 uomini e 85 per 100.000 donne. Rispetto ai tassi del 2007 (l’ultimo anno per cui vi sono dati disponibili) ciò corrisponde ad una diminuzione del 10% degli uomini e del 7% nelle donne.

Buone notizie dunque. Anche quando si guarda alla sola Italia. “Nel nostro paese nel 2012 si registreranno circa 400.000 casi e 180.000 morti per tumori; 100.000 negli uomini e 78.000 nelle donne”, ha spiegato spiegaEva Negri, co-autrice nel lavoro e ricercatrice presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. “I tumori sono secondi solo alle malattie cardiovascolari come numero di decessi, ma sono la principale causa di anni di vita persi, poiché insorgono in età più giovane delle malattie vascolari. I più frequenti tumori nel 2012 in Italia, sono quelli: del polmone (33.000 decessi), dell'intestino (22.000), della mammella (12.000), del pancreas (11.000), dello stomaco (9.000) e della prostata (8.000)”.

Uno dei dati più favorevoli, sia in Europa, sia in Italia, è la riduzione del 9% in 5 anni nella mortalità per tumore della mammella, dove la riduzione è più marcata nelle donne giovani, dunque non dovuta tanto alle migliori tecniche di diagnosi, più utile per le donne tra i 50 e i 70 anni, quanto al miglioramento della terapia.             La neoplasia alla mammella resta tuttavia la principale causa di morte per tumore nelle donne in tutti i Paesi europei eccetto il Regno Unito e la Polonia, dove è stata superata dal tumore al polmone come principale causa di mortalità per tumore nelle donne.

Quest’ultimo rappresenta anche uno dei principali tumori in controtendenza. La causa? “Molte delle donne che hanno cominciato a fumare intorno agli anni Settanta ne pagano oggi le conseguenze”, ha spiegato a Quotidiano Sanità Carlo La Vecchia, capo del Dipartimento di Epidemiologia del Mario Negri e docente di epidemiologia all'Università di Milano. “Ecco perché la mortalità ha continuato ad aumentare nella maggior parte dei Paesi europei: è il riflesso della diffusione del fumo di sigarette nelle donne negli ultimi decenni. Continuerà così per tutti coloro che non si decideranno a smettere di fumare”.

Ma quello al polmone non è l’unico tumore la cui mortalità non diminuisce in percentuale. Insieme a lui c’è sostanzialmente solo il carcinoma al pancreas, forse il cancro più aggressivo. “Il problema delle neoplasie a questo organo non risiedono tanto né nella diagnosi né nel trattamento in senso stretto”, ci ha detto La Vecchia. “Semmai il punto è che lo abbiamo compreso ben poco, non sappiamo bene quali sono le cause e dunque curarlo ci rimane più difficile: il fumo ne spiega una percentuale che si aggira intorno al 30%. Altri fattori di rischio sono diabete e obesità. Ma per esempio questi ultimi non sono aumentati in maniera così significativa da spiegare la crescita inarrestabile della mortalità per tumore al pancreas”.

Le altre neoplasie vedono invece scendere i tassi di mortalità per cause legate sia alle migliori diagnosi che ai migliori trattamenti. “La colonscopia salva sempre più persone dal cancro all’intestino, nell’esame si individuano subito le lesioni precancerose che quindi possono essere asportate prima che si diffonda il tumore”, ha spiegato ancora il docente. “Così come il pap test oggi aumenta le possibilità di riconoscere per tempo il tumore al collo dell’utero. Per le leucemie, invece abbiamo migliorato le terapie”. E poi c’è la dieta: “Non tutti sanno che la mortalità per cancro allo stomaco è diminuita soprattutto perché mangiamo molto meglio dei nostri antenati”, ha continuato La Vecchia.

I ricercatori hanno usato dati di mortalità per tumore del periodo 1970-2007 per identificare gli andamenti e predire i dati del 2012 nell’ Unione Europea . “Stimare i dati correnti di mortalità per tumore – ha concluso Negri – è importante per definire le priorità per la prevenzione e il trattamento”.

Fonte: http://www.quotidianosanita.it